Crollo shock del rame: –20% in 24 ore per colpa dei dazi USA. Cosa è successo davvero (e cosa ci aspetta)
Il prezzo del rame crolla del 20%: il mercato sotto shock
Il 31 luglio 2025 sarà ricordato come una delle giornate più drammatiche nella storia recente del mercato delle materie prime: il future sul rame COMEX è precipitato da 5,586 USD/lb a 4,445 USD/lb, registrando una caduta storica di oltre il 20% in poche ore.
A scatenare il crollo non è stata una guerra, né un crollo della domanda globale, ma una decisione politica tanto inaspettata quanto scellerata: l’annuncio dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump sul rame, rivelatisi completamente diversi da quanto previsto dagli analisti.
Cos’è il rame e perché è così importante
Il rame è una delle materie prime industriali più strategiche al mondo. È usato in tutto: cavi elettrici, impianti fotovoltaici, auto elettriche, semiconduttori, turbine eoliche, edilizia, elettronica. Per questo è spesso definito il "termometro dell'economia globale".
Cosa influenza il prezzo del rame
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Domanda globale, in primis da Cina, India e USA
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Scorte nei magazzini LME e COMEX
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Tassi di interesse e politiche monetarie
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Dollaro americano (il rame è quotato in USD)
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Geopolitica, dazi e regolamenti ambientali
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Speculazione finanziaria e fondi ETF
Quando il rame sale, spesso anticipa una fase espansiva dell’economia globale. Quando crolla, come in questi giorni, il messaggio è opposto: qualcosa si è rotto.
Perché il rame è crollato il 31 luglio 2025? Le vere cause
Il crollo è stato causato da un errore di valutazione del mercato amplificato da una mossa politica maldestra dell’amministrazione Trump, che ha introdotto dazi doganali al 50% sui prodotti semilavorati in rame (come tubi, fili e raccordi), ma ha escluso il rame raffinato, i concentrati e i rottami.
Il risultato? Un’esplosione al contrario
Nei mesi precedenti, molti operatori avevano accumulato posizioni rialziste (long) scommettendo su dazi generalizzati anche sul rame grezzo, con conseguente carenza di offerta. Quando è stato chiaro che il rame raffinato non era incluso nei dazi, il mercato ha reagito con panico, innescando:
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Vendite massive di future sul COMEX
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Crollo del premio COMEX rispetto al rame fisico
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Rottura di arbitraggi costruiti tra COMEX e LME
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Stop loss in serie e fuga dagli ETF rame
In sintesi: una mossa protezionista mal calibrata ha fatto evaporare miliardi di dollari di valore in poche ore, compromettendo la fiducia degli operatori su una delle commodity più importanti al mondo.
Conseguenze economiche e industriali del crollo del rame
Per le imprese:
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Le aziende americane che trasformano rame (tubi, cavi, ecc.) risultano avvantaggiate
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Le aziende cinesi e messicane esportatrici di semilavorati sono in difficoltà
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Gli industriali europei temono distorsioni competitive e aumento della volatilità
Per i mercati:
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Volatilità esplosiva: +45% sull’indice VIX Copper
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Contratti future con margini aumentati
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Massicci deflussi dagli ETF legati al rame (tra cui CPER e COPX)
Per la geopolitica:
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La Cina minaccia ritorsioni su altre materie prime
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Il Messico vede un’occasione per aumentare l’export di prodotti finiti
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Si ridiscute il ruolo strategico degli USA nella supply chain delle transizioni green
Proiezioni sul prezzo del rame: cosa aspettarsi nei prossimi mesi
Dopo un crollo così violento, il rame è a un bivio. Gli scenari futuri dipendono da fattori geopolitici, industriali e speculativi.
Scenario base (probabile): rimbalzo tecnico
Il rame potrebbe recuperare parte delle perdite nel breve termine, riportandosi in area 4,70–4,90 USD/lb, ma senza slancio fino a nuove certezze su dazi e domanda industriale.
Scenario ribassista: fase recessiva globale
Se la domanda da Cina ed Europa continua a rallentare, e le scorte LME restano elevate, il rame può scendere sotto i 4,20 USD/lb, testando i minimi del 2023.
Scenario rialzista: reshoring e nuova transizione green
Se i dazi USA stimolano nuovi investimenti produttivi interni, e la transizione energetica riparte (con aumento di auto elettriche e rinnovabili), il rame può tornare sopra i 5,20–5,40 USD/lb entro il primo semestre 2026.
Un caso da manuale di rischio politico
Il crollo del rame del 31 luglio 2025 non è solo un evento di mercato: è un caso scuola su come decisioni politiche improvvisate possano generare volatilità estrema, distruggere valore e compromettere la stabilità delle supply chain globali.
Una lezione per:
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Investitori e trader: monitorare sempre i rischi politici
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Imprese manifatturiere: costruire coperture dinamiche su materie prime
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Policy maker: evitare scelte protezionistiche improvvisate e incoerenti